Replying to Inizio a preoccuparmi .

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  1. Posted 25/3/2014, 22:02
    Ok, seriamente. . . MA CHE STRAMINCHIA STA SUCCEDENDO? O.O

    No, davvero, ho paura. Chi è che si sta divertendo con i riti woodo alle mie spalle? E' stata una giornata IMPOSSIBILE oggi, cazzo! O.O *è sconvolta, comprendiamola.*

    Cominciamo dalla mia sveglia.

    Il cellulare ormai ha vita propria, quindi decide di sua spontanea volontà di abbassare al massimo il volume della suoneria, facendomi praticamente SOGNARE la sveglia. . . per mia "fortuna" *?* mio fratello è un casinista, di conseguenza è lui la mia principale sveglia.
    Dopo aver tentato di connettere le mie funzioni motorie al cervello almeno al 2%, mi alzo, chiedo alla mia sempre&comunque adorata madre il permesso di entrare in bagno ma, ovviamente, porta in faccia e <devo lavarmi prima io!>.
    Va bene, come non detto, per fortuna i bagni in casa sono due, altrimenti il wc avrebbe visto un altro tipo di culo. . . la sua faccia.
    Due minuti di contemplazione della mia faccia completamente devastata dal sonno e il mio simpaticissimo cervello mi dice <ahè, tocca prima ai capelli!>. PESSIMA PENSATA. Perchè? Perchè sono na demente è chiaro. Mentre aspettavo infreddolita e insonnolita *. . .che?* che l'acqua si riscaldasse. . . dopo aver messo le mani sotto l'acqua mi sono resa conto di aver aspettato un po' più del dovuto. Conseguenza : rischio ustione di terzo grado. "Aaah non era patina mattutina quella che vedevo vicino al docciatore. . . era vapore!" il mio cervello, bastardo, si prendeva decisamente gioco di me.
    Salto la parte in cui mi vesto, mi asciugo i capelli stando tre anni e mezzo sul ciuffo che non voleva prendere una posizione e in cui mi trucco, ormai è roba di tutti i giorni.

    . . .Piccola parentesi, ascoltare "Time" di Hans Zimmer mentre scrivo fa sembrare il tutto molto EPICO, decisamente da provare mentre si raccontano mirabolanti disavventure come le mie. Meh, non ci perdiamo in chiacchiere.

    Scendo, raggiungo il fidanzatozzo *?* in macchina e si va verso il mercato in un paesino vicino la mia città. Lì, la nostalgia. *nooostalgia nostalgia canaaaaglia. . . no.*
    Lì, ho passato praticamente 3/4 della mia vita dalla separazione dei miei, era il mio rifugio. Casa di mia zia era il mio rifugio.

    Parcheggiare sotto casa, vedere le finestre aperte di quella casa che pensavo fosse disabitata, beh. . . non è stato piacevole. C'è stato un momento in cui aspettavo di vedere il loro cane uscire nel balconcino, scodinzolante e impaziente di saltarmi addosso ( anche se cinque minuti di festa è anche troppo per i suoi standard), seguito da zia che saluta con la mano; di seguito, aspettavo l'aprirsi del portone, vedere mia cugina con la sua classica faccia di culo (te se ama <3) che mi mi guarda mentre sputo il polmoni per una sola rampa di scale. . . E CHE SCALE, 'CCOZZIO. Ma così non è stato, pazienza. Un pezzo della mia vita è andato ma, per fortuna, solo fisicamente, perchè loro mi dimostrano sempre di essere con me anche a più di mille km di distanza.

    Bene, nel frattempo, tra struggenti pensieri da nostalgiacanaglia *e basta 'npo'?*, sono arrivata al mercato.
    ODDIO E' CAMBIATO, COS'E'? Ma che deve essere, solo le bancarelle messe in un'unica fila, imbecille. Ebbene, lì ho trovato IL MONDO. Il mondo a 5-10-15€, insomma, un paradiso. Ma io avevo una missione, trovare un paio di scarpe, che fosse quantomeno decente. Sì, perchè so due mesi che giro per 'ncazzo de paio de scarpe e maledetti a loro, sono tutte scarpe fioratebucherellateaperte. La moda dei fiori dilaga, qui ormai sembrano tante nature morte! *parla quella con su lo sfondo a fiori*
    Dopo aver girato 3/4 del mercato, eccole lì, non uno, ma ben DUE paia di scarpe che mi fissavano! E a 10€ l'una! Il miracolo è avvenuto. *amen. . .?*

    Fiera e contenta, prendo le mie bellissime scarpette (che poi so 'npaio de semi-sneakers e stivaletti bassi, eh) e mi incammino verso il resto del mercato. Ed eccola che pronta a rovinare il momento c'è lei, la mia mammina beeeella *malimortacci* che dolcissimamente dolciosa, con la sua soave voce mi fa al telefono : < eeeh senti, vedi che devi tornare a casa ORA, dato che non hai tolto la chiave dalla porta. . . siamo rimasti chiusi fuori!>
    IL PANICO. E ORA?!
    <ma io non sono vicino casa. . . > <ah, non sei vicino casa. Vabbè, ciao!> . . . cioè?
    E nel frattempo pensavo "oddio, e mo chi glielo dice a quest'altro che dobbiamo già tornare?", dato che ultimamente da parte sua non c'è molta simpatia nei confronti di mia madre *e te credo, sa?*

    Infatti, parte la discussione nel ritorno alla macchina. Ma va beeeene, pazienza mi dico, tanto si sa che il tizio esplode manco fosse na bombetta di capodanno.

    Ritornata in città, ariecco mia madre : <ehi, non c'è più bisogno che torni, più tardi viene il ferramenta a casa e risolviamo.> . . . ma io ti decapito. Ovviamente subito dopo parte la seconda discussione, stavolta in macchina, sulle capacità di intendere e di volere di mia madre. Si torna indietro e si fa colazione, sulle note di RADIO ITALIA& ALESSANDRA AMOROSO. Cioè dico, ti pare?

    Tra il vai a vieni da una parte all'altra, ormai si era quasi fatta ora di pranzo (per lui, mica per me! Mica mangio alle 12 io.), ma gli ho comunque chiesto di accompagnarmi su per sicurezza. Eeeeee. . . SORPRESAAA! Mia madre non aveva risolto NA BEATA MINCHIA! Eddai, a saperlo che le congiunzioni astrali oggi erano contro di me, sarei rimasta congiunta al letto, che cazz!

    <mà? Ma non hai risolto un cazzo qua! ._.> <no, ho appuntamento all'una col ferramenta!> E DILLO PRIMA, PORCODDUE. E nel frattempo, lui alle mie spalle: <andiamo a casa mia.> . Oddio, ma anche no. Avevo lo stomaco chiuso, mi mancava l'aria dal nervoso, ci mancavano soltanto SEI piani di scale. <ok, ti accompagno dai nonni.> E purtroppo per me, dovevo ingoiare la pillola amara. E non solo quella, ma anche il pranzo della nonna.

    Dopo mezza giornata ancora più stressante, in cui ho dovuto spiegare il come quando e perchè della situazione minimo 500 volte (ogni due minuti) a nonna e zia, rincorrere il nonno a destra e manca per la casa per evitare che capicollasse di cranio sul pavimento, finalmente lui decide di venirmi a riprendere. Uno a sto punto penserà, dopo sta manfrina hai finito? Ma noooo, ovvio che NO.

    Torno a casa, e convinta delle mie azioni, prendo la chiave per infilarla nella serratura ma. . .oddio, non è un pò troppo "luminosa" sta serratura? Beh, ovvio, se magari mi fossi accorta che la serratura NON C'ERA e la luce filtrava attraverso.
    Ebbene sì, perchè dopo una giornata intera a disperarsi per sta maledetta chiave lasciata li per sbaglio, vengo a sapere che, chi avrebbe dovuto dare una mano, ha soltanto fatto danni. E CHE DANNI, MICA FESSERIE EH. Non se famo mancà niente in questa casa.
    Se prima mi sfondi a botte di cacciavite la serratura, è quantomeno OVVIO che non riuscirai MAI ad aprire la porta, idiota. Quindi, demente incapace cosa sei, decidi di entrare per togliere sta chiavedemmerda dal balcone del salotto. Coraggioso, sì, visto che so 9 piani e il muretto che separa i balconi comunicanti col vicino è altino, ma la mia domanda è. . . Come? Ma sfondando il vetro della finestra, E' OVVVVVVIO, NNNOOO? Primo danno.

    <toh, risolto il problema!> STOCAZZO, TI DICO IO. Stocazzo perchè nel destreggiare il tuo maledettissimo cacciavite, hai rotto la serratura, mastro Geppetto dei miei calzari! Quindi chiamane mo n'altro che sia un pelino più capace, che ti venga a smontare, aggiustare e rimontare la serratura, mmmaledizione. Che tra l'altro. . . amico mio, sì, sei stato bravo eh, ma fare avanti e dietro due volte per aver sbagliato le misure della serratura. . . che sei fesso, pure tu.

    Quindi, conclusione! *ma finalmente eh* Dopo essere stata chiusa fuori letteralmente, dato che il tizio mi ha fatto provare tre volte la serratura (. . . da fuori) , essermi sorbita il collega di mamma che, invece di dare 'na mano si giostrava fra 'na sigaretta e na chiacchierata col ragazzo ecc ecc ecc ecc. . . La giornata E' FINITA, SSSSì. FINITA. . . ommioddio, almeno spero. 'Gna faccio più.

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